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Teatro

Sri Chinmoy ha scritto numerosi pezzi teatrali che illustrano la vita della grandi figure spirituali del passato e moderne, ha inoltre trasposto in forma teatrale numerose vicende tratte dagli antichi testi epici indiani.

Qui di seguito ne presentiamo un esempio.

DALLA PUBBLICAZIONE DI SRI CHINMOY:
SIDDHARTHA DIVIENE IL BUDDA

CAST

PRINCIPE SIDDHARTHA

DEVADATTA,

CUGINO DI SIDDHARTHA

GIUDICE

CAPITOLO I: CHI E’ IL PROPRIETARIO, COLUI CHE SALVA LA VITA O COLUI CHE LA TOGLIE?

SCENA I    

(Il principe Siddharta sta camminando nel giardino in uno stato d’animo contemplativo. Improvvisamente un uccello cade davanti a lui.) Siddharta: Ah, povero uccello! Il mio cuore sta sanguinando per te. Chi ha fatto questo? Chi ti ha ferito? Chi ha scagliato questa freccia? Povero, innocente uccello! Lascia che io tolga questa freccia. (rimuove le freccia) Adesso permettimi di curarti. 

( Entra Devadatta) Devadatta: Siddharta, questo è il mio uccello. Che diritto hai di prendere il mio uccello? Dammelo!S: No, questo è il mio uccello, Devadatta.

D: Il tuo uccello! Ho colpito io questo uccello! Mi appartiene. Questa è la mia freccia. L’ho scagliata contro l’uccello ed è caduto qui. E’ mio, mio, la mia proprietà , il mio possesso.

S: Devadatta, se io non avessi rimosso la freccia, adesso  l’uccello sarebbe  morto.

D: Il punto non è se l’uccello sarebbe morto o non sarebbe morto. L’uccello è vivo, ed è mio. E’ stato il mio potere, la mia abilità, la mia destrezza che ha portato l’uccello sulla terra. Tu non puoi averlo. Tutti ti apprezzano e ti ammirano per il tuo cuore, la tua gentilezza. Ma adesso lascia che il mondo apprezzi la mia abilità.  Tu sei soddisfatto con quello che hai: amore. Ed io sono soddisfatto con quello che ho: potere. Il mio potere, la mia abilità con l’arco hanno meritato questo uccello, non il tuo amore.

S: Oh Devadatta, tu hai il potere di uccidere ed io ho il potere di amare. Ma  finchè ho questo animale, questo povero innocente uccello, non te lo riprenderai.

D: Siddharta, c’è un tempo per ascoltare la tua filosofia, e persone fatte per ascoltarla. Ma questo non è il tempo ed io non sono la persona adatta. Puoi invocare la tua filosofia per coloro che vogliono essere come te, per quelli che vogliono vivere sulla luna e non hanno senso pratico.

La vita ha bisogno di forza, la vita ha bisogno di vigore. Ma la tua è una vita di pigrizia e falsa gentilezza. Dovresti essere forte, sei il principe e presto dovrai regnare il tuo regno. Questo genere di falsa  attitudine non ti aiuterà in alcun modo. Quello che ho fatto oggi, tu lo farai milioni di volte in più. Stavo per uccidere un uccello. Tu un giorno ucciderai uomini. A quel punto la tua filosofia cambierà.

S: No, Devadatta, la mia filosofia rimarrà sempre la stessa. La mia filosofia è la filosofia della compassione, e non la filosofia della distruzione.

D: Resta con la tua filosofia e lasciami stare con la mia. La mia filosofia è potere. La tua filosofia è compassione. Molto bene. Ora dammi il mio uccello.

S: Mi dispiace, non te lo darò.

D: Sei preparato ad andare davanti alla corte a lottare per questo uccello?

S: Sì, sono assolutamente preparato.

 

SCENA II       (la corte) Giudice:  Principe, perché tieni un uccello che appartiene a qualcun altro? Vero, hai compassione, hai amore per l’uccello. Tu hai amore per ogni cosa. Ma la giustizia dice che l’uccello appartiene a Devadatta. E’ stato lui che ha portato l’uccello sulla terra. E’ una sua proprietà.

 S: O venerabile giudice, non so niente sulla giustizia, ma il mio cuore mi dice che è colui che salva la vita il proprietario, non chi la prende. Il mio cuore stava sanguinando per l’uccello e l’ho salvato. Sono pronto a dare la mia stessa vita per questo uccello.

D: Siddharta, sai come parlare. Sai bene che nessuno ti ucciderà al posto dell’uccello. Non mostrare la tua falsa compassione.

G: Devadatta, sono io il giudice. Lascia che lo ascolti ancora.

S: O signore, sento che questo uccello mi appartiene perché gli ho salvato la vita. Devadatta lo aveva praticamente ucciso. Per piacere dimmi chi è più importante, colui che salva la vita o colui che la distrugge?

G: Principe, sono d’accordo con te. Colui che salva la vita è infinitamente più importante di colui che la toglie. Hai salvato la vita dell’uccello; quindi sei tu che puoi reclamare questo uccello. L’uccello è tuo. E’ colui che salva o che dona nuova vita il reale proprietario, e non colui che prende o distrugge la vita. Oggi hai offerto la tua vita per un uccello. Verrà un giorno, lo prevedo chiaramente, in cui offrirai la tua vita per tutta l’umanità. Il tuo cuore piangerà per salvare il sanguinante cuore dell’umanità. Il tuo cuore piangerà per illuminare l’oscura mente dell’umanità. La tua anima piangerà per elevare la coscienza dell’umanità.

D: Siddharta, oggi il poter del tuo amore ha conquistato la vittoria, ma verrà un giorno in cui io ti conquisterò con il mio potere di distruzione. Vedrai che il potere conquista l’amore.

S: Devadatta, ti sbagli. L’amore vincerà sempre, poichè l’amore è il Potere Onnipotente.